La Custodia Militare era in tempo di guerra affidata a tutta la popolazione maschile compresa tra i 14 e i 70 anni, eccezion fatta per i medici e i maestri grammatici.

Secondo la suddivisione dei Terzieri e delle Parrocchie, gli uomini abili alle armi venivano iscritti nel Librorum Custodie Civitatis e potevano appartenere a tre grandi categorie: balestrariorum, pavesatorum et cursorum (balestrieri, pavesati cioè fanti con grandi scudi,cavalieri).

La cavalleria o accavallata costituiva l'elemento di forza dell'esercito, ma era spesso incapace di manovre coordinate e mostrava la sua impotenza proprio nei confronti con postazioni fortificate.

Gli artigiani, i bottegai e i piccoli borghesi costituivano solitamente una fanteria ben inquadrata, suddivisa per centurie (cento uomini) e guidata dal proprio Capocentes, si opponeva alla cavalleria nemica, ma fungeva anche da appoggio alla accavallata. La fanteria narnese era composta dai pavesatori, forniti di un pavese, e armati di ferri (lance, ronchi, spiedi, ecc.) per offendere, e dai balestrieri, muniti di un'arma potentissima ed estremamente precisa.

Oltre all'esercito, Castellani, Potestates, Sergentes et Turreri Castrorum, et Roccarum Communis, per ricoprire il ruolo di custodi, dovevano essere ben forniti di cerbelleria, gozzeria, lancea vel balistra, cultello de perhide, vel corsetto. Il corredo militare assume accanto alla funzione offensivo-difensiva del proprio corpo anche un valore simbolico.

Gli Statuti narnesi riportano le norme che regolano l'ascesa all'onore di "cinguli militaris". Chi aspirava a tale carica, il cingolo altro non era che la cintola a cui veniva appesa la spada, nobile arma cavalleresca, poteva farlo nella festa di San Giovenale, ma anche in altro tempo. La Camera Narnese provvedeva ad affidare dei beni ed una somma di 100 fiorini d'oro al futuro "miles", per l'acquisto di una tenda militare.

Famiaribus nostri et nostri palatij et castallis pro ipsorum vestimenti et pro caputeis eorum fiendis in Festo Sancti Juvenalis quod eras cras in totum libras centum.

Bolletario del 1468