Il Medioevo a Narni

La Narnia romana.

Narnia, Imposta posizione dominante sulla valle del fiume Nera tra Lazio ed Umbria, divenne colonia latina all'inizio del III sec. a.C., crebbe con la realizzazione della via Flaminia. Prosperò dopo essere divenuta municipium, ed ebbe gli onori di dare i natali all'imperatore Marco Cocceio Nerva.

Livio narra che con uno stratagemma l'inespugnabile oppidum di Nequinum fu presa dai romani nel 299 a.C. Infatti, fu solo attraverso il tradimento di due narnesi, che realizzarono un cunicolo nei pressi della loro abitazione posta a fianco delle mura, che i Romani riuscirono a entrare a Nequinum e conquistarla.

Tradizione vuole che considerando il nome della città di cattivo auspicio – in latino nequeo significa "non posso" – i Romani cambiarono il nome in Narnia, proprio dal fiume Nar che vi scorre sotto.

Fu da allora che il centro abitato divenne Narnia, colonia posta a controllo dello snodo strategico tra i centri sulla valle tiberina di Ocriculum e Ameria – oggi Otricoli e Amelia – e l'Umbria interna, raggiungibile attraverso quella che diventerà presto la via Flaminia nelle due direzioni quella a nord, verso Carsulae e quella verso nord-est verso Interamna – oggi Terni.

La costruzione della via Flaminia, intorno al 220 a.C., con l'uso in parte di tracciati preesistenti, rappresentò un marcato segno sul territorio, realizzato certamente per fini militari, ma che con il tempo costituì un importantissimo elemento per lo sviluppo economico dell'area. Purtroppo le tracce archeologiche della fase repubblicana sono poche e si limitano a quanto resta delle mura urbiche e ai pochi reperti mobili oggi conservati nel museo. Di certo uno dei monumenti di questo periodo è, in Via dell'Arco Romano, quello che oggi è detto arco del Vescovo che doveva essere la porta principale di accesso alla città.

Divenuta municipio dopo la guerra sociale del 90-88 a.C., fu ascritta alla tribù Papiria e inserita nella Regio VI in età augustea, quando l'opera degli ingegneri dell'imperatore edificarono l'opera più importante di cui oggi si conservano i monumentali resti: il Ponte di Augusto.

In questo periodo il fertile territorio di Narnia fu sfruttato per la costruzione di ville sia rustiche sia per l'otium, come quelle attestate dagli autori antichi, della ricchissima Pompeia Celerina, suocera di Plinio il Giovane.

Tra il 24 e il 33 d.C. venne edificata, sotto la direzione del curator aquae Marco Cocceio Nerva – avo del futuro imperatore, la mirabile opera idraulica dell'Acquedotto della Formina.

Nel 30 d.C. vi nacque Marco Cocceio Nerva, imperatore dal 96 al 98 per adozione da parte di Domiziano: fu l'ultimo di origini italiche tra gli imperatori romani e gli successe Traiano.

Non si hanno notizie di luoghi di culto. Unico sito, il cui toponimo è legato a una divinità italico-sabina, è quello della Fonte Feronia luogo vocato al culto delle acque con strutture primitive del IV-III sec. a.C. poi più volte rimaneggiate. Nonostante le tradizioni orali ponessero sotto la Chiesa di Santa Maria Impensole  un tempio dedicato a Bacco, e sotto Santa Maria Maggiore – poi San Domenico e oggi Auditorium Bortolotti  – quello dedicato a Minerva, da recenti studi queste ipotesi non sono state confermate.

Rilevanti anche le aree funerarie che sono state rinvenute principalmente lungo la via Flaminia. L'area sepolcrale più importante, anche per la storia successiva, è di certo quella di fianco le mura lungo la via Flaminia dove venne – secondo tradizione – sepolto San Giovenale morto nel 376 e dove, alcuni anni dopo, venne edificato quel sacello che accolse i vescovi di Narnia e che fu la base su cui fu edificata la Cattedrale di Narni.

 

Narnia nell'Alto Medioevo

La caduta dell'Impero Romano e le invasioni barbariche colpirono il territorio di Narnia che, come le altre città lungo la via Flaminia, fu inglobato in quello che poi divenne il Corridoio Bizantino.

Durante la Guerra Greco-Gotica, nel 536 Bessa – al seguito del generale bizantino Belisario – si fermò per qualche tempo nei pressi della città che gli permise di sconfiggere le avanguardie dei Goti di Vitige. Nel 545 fu invece Totila a devastare Narnia – sebbene l'agiografia di San Cassio dia resoconto di un miracolo del Santo, grazie al quale sarebbe stata evitata la distruzione della città.

È probabilmente di questo periodo la costruzione della prima struttura che poi divenne l'Abbazia fortificata di San Cassiano sul monte Santa Croce di fronte alla città, come è probabile individuare nell'ex Chiesa di San Domenico – oggi Auditorium Bortolotti - l'area in cui sorgeva il luogo di culto già a partire dal IV secolo e la sede vescovile. Il mosaico rinvenuto di recente lungo la navata di sinistra è di certo bizantino.

Il ruolo strategico di Narnia fu poi confermato nel periodo successivo, quando con l'arrivo dei Longobardi e la costituzione del Ducato di Spoleto, la città dovette sottostare alle mire espansionistiche del duca Ariulfo tra gli anni 591 e 592. Alternativamente persa e riconquistata dai duchi di Spoleto ed appartenuta per un breve periodo ai beni della Contessa Matilde di Canossa, nel 741 la città venne assegnata dai Franchi allo Stato della Chiesa.

Tra il IX e il X secolo venne edificato il primo nucleo della Chiesa di Santa Maria Impensole il cui committente fu, probabilmente Papa Giovanni XIII già Vescovo di Narni.

Nei secoli centrali del medioevo conobbe quella crescita che la portò ad essere punto di riferimento territoriale tra i comuni del centro della penisola, tanto da essere conosciuta come città "superba".

 

Narnia nel Basso Medioevo

A partire dall'XI secolo la città medievale, dopo essersi ribellata nel 1112 a Papa Pasquale II, nel 1167 a Federico Barbarossa, e dopo essersi schierata nel 1242 con Roma e Perugia contro l'impero, proiettò la sua influenza territoriale su San Gemini, Stroncone, Calvi e Otricoli.

È in questo periodo che vennero realizzate le prime case torre che andarono a caratterizzare materialmente lo status di alcune famiglie nobiliari ed è in questo periodo che fu edificata la Chiesa di San Giovenale che, solo il secolo successivo per mano di papa Eugenio III, sarebbe diventata la Cattedrale di Narni.

Nel 1143 fu libero comune e iniziò un periodo di trasformazioni radicali:

  • la Platea Major– oggi Piazza dei Priori – andò a sostituire l'area del foro romano;
  • si costruirono i grandi edifici civili e religiosi come il Palazzo del Podestà, il Palazzo dei Priori, le Chiese di San Domenico e Sant'Agostino decorate con opere di artisti di fama nazionale.

Nel 1373 venne infeudata agli Orsini ai quali ritornò nel 1409. Nel XV secolo venne occupata da Ladislao, re di Sicilia, per essere poi riassorbita dallo Stato Pontificio grazie all'intervento di Braccio da Montone.

Da questo periodo in poi, Narni entrò a far parte dei territori controllati dal papato perdendo così la sua indipendenza, e sotto il pontificato di Gregorio XI venne eretta dal cardinale Albornoz, su preesistenze più antiche, l'imponente Rocca che ancora oggi domina la città dall'alto.

 

Narnia negli statuti del 1371 e la Corsa all'Anello.

L'evento che si festeggia tra fine aprile inizio maggio, dedicato alle celebrazioni in onore della Festa di San Giovenale, è la rappresentazione della Narni raccontata dagli Statuti del 1371.

Nessun evento a Narni superava per fasto e durata quella che si svolgeva in onore del Santo Giovenale, primo vescovo della città di cui il 3 maggio si celebra la festa.

Furono gli statuti cittadini nel 1371, a codificare quelli che erano gli antichi riti e i ludi che si svolgevano a Narni in onore del Patrono:

  • il 1° maggio il banditore rendeva pubblico l'evento festivo;
  • la sera del 2, dopo compieta al tramonto del sole, si svolgeva una imponente processione si recava sotto lo sventolio dei gonfaloni accompagnata dai cori religiosi e dal suono degli strumenti musicali nella Cattedrale dove i Castelli e le Corporazioni delle Arti venivano vocati ad effettuare la propria offerta di cera (luminaria).
  • il 3 maggio, giorno dedicato a San Giovenale, dopo una solenne cerimonia religiosa in Cattedrale, la festa assumeva il proprio carattere ludico, lasciando spazio ai tradizionali giochi equestri: la corsa del Palio e la corsa all'Anello. Quest'ultima era riservata ai cavalieri narnesi che possedevano un cavallo; il Dominus Vicarius invitava tutti coloro che intendevano correre l'anello a schierarsi all'angolo della chiesa di San Salvato nella Piazza dei Priori per poi scagliarsi con la propria asta o bordone a infilare il bersaglio del valore di 100 Soldi Cortonesi. L'ordine di partenza era stabilito dalle norme statutarie secondo l'appartenenza alle Brigate militari dei Terzieri in cui era suddivisa la città: Mezule, Fraporta e Santa Maria. 

Oltre che portare i colori e i profumi della nuova stagione, la primavera a Narni vuole dire Corsa all'Anello. Questo evento propone un programma fitto di iniziative culturali, spirituali ed enogastronomiche che, in due settimane e mezzo, accompagnano il momento più sentito: la Corsa all'Anello che vede sfidarsi, la seconda domenica di maggio, i tre storici Terzieri.

Fu la domenica 4 Maggio del 1969 il giorno della prima edizione della Corsa all'Anello "moderna": da allora in poi, l'evento si è arricchito di attività e iniziative di grande partecipazione e cura.

Ricco è il calendario che parte, in genere, dalla penultima settimana di aprile e finisce la seconda domenica di maggio quando le iniziative si succedono giorno per giorno coinvolgendo le tante associazioni locali con quelle nazionali.

Tra gli appuntamenti da non perdere:

  • la Lettura del banno e il passaggio del banditore è la prima iniziativa che, da secoli, apre i giorni della corsa;
  • le Giornate medievali dei Terzieri;
  • gli Ambienti medievali che fanno rivivere alcuni dei luoghi più caratteristici della città;
  • la sera del 2 maggio, la suggestiva Offerta dei ceri per il Patrono da parte dei castelli soggetti a Narni, delle parrocchie e delle corporazioni delle arti e mestieri, cerimonia che si svolgeva già nel 1227.
  • il 3 maggio le celebrazioni per la Festa di San Giovenale e la successiva Corsa all'Anello Storica in Piazza dei Priori;
  • in successione poi, una per sera, la tradizionale e suggestiva Benedizione dei Cavalieri dei tre Terzieri e la successiva processione fino in Cattedrale;
  • la sera del sabato prima del palio, il Grande Corteo Storico che vede sfilare oltre 800 figuranti;
  • e l'imperdibile Corsa all'Anello al Campo de li Giochi, preceduta dal corteo e da spettacoli.

Il Medioevo in Italia

Il Medioevo viene solitamente diviso in due periodi: Alto e Basso Medioevo. Dopo il 1000 inizia il Basso Medioevo, durante il quale ci fu un forte incremento demografico, grazie alle innovazioni tecnologiche ed agricole ed al prosperare del commercio.

Il medioevo è un periodo lunghissimo ricco di fascino per l'uomo contemporaneo; è l'epoca di Dante, di Giotto, di San Francesco, di Federico II, di Marco Polo, di Papi potenti e grandi mistici venerati dal popolo.

La letteratura medievale ci ha tramandato le gesta di valenti personaggi, l'epopea della cavalleria, dei trovatori, delle Crociate e dei lunghi pellegrinaggi, delle corporazioni dei mestieri e della nascita delle università. Meravigliose opere d'arte sono giunte fino a noi, come le imponenti cattedrali romaniche e gotiche, i castelli ed i palazzi pubblici.

Nel rifiorire delle città in cui sì raggruppava la popolazione, nacque il fenomeno dei liberi comuni che coinvolse buona parte dell'Europa e in particolare dell'Italia centro settentrionale. I comuni furono l'espressione più alta a livello politico, giuridico e amministrativo, dell'autonomia conquistata dagli uomini medievali nei confronti delle tradizionali autorità superiori, come papato e grande nobiltà.